Quando il Pitbull è stato portato al rifugio, mostrava segni evidenti di sofferenza.
Tremava costantemente a causa di una grave rogna e delle infezioni cutanee, emanando un odore sgradevole dalla sua pelle infiammata.
I suoi piedi erano gonfi e infettati, mentre i suoi occhi erano opachi a causa di una sostanza infettiva. La sua condizione sembrava così critica che l’eutanasia sembrava essere l’unica opzione possibile.
Il cane, non ancora battezzato, trascorreva la maggior parte del tempo rinchiuso nella sua gabbia solitaria, senza nemmeno un nome.
Tuttavia, tutto è cambiato quando Anna Smith è arrivata al rifugio con sua figlia Sarah, di soli due anni, alla ricerca di un nuovo amico a quattro zampe.
Sarah ha immediatamente indicato il Pitbull, desiderando giocare con lui nonostante la presenza di altri cani.
Dopo aver visto diversi animali, Sarah tornava sempre dal Pitbull, implorando che fosse adottato perché “aveva bisogno di aiuto”.
Mossa dalle sincere richieste di Sarah, Anna ha deciso di portare a casa il Pitbull, che hanno ribattezzato Gigi. Una volta a casa, Gigi ha iniziato a mostrare segni di miglioramento nella sua salute.
Passando ogni momento insieme a Sarah, Gigi ha iniziato a riprendersi. Presto, è diventato il devoto compagno di giochi della piccola, formando un legame speciale con lei.
Oggi, Gigi e Sarah trascorrono giornate piene di gioia, giocando felicemente sia in casa che in giardino. La storia di Gigi dimostra come l’amore e l’attenzione possano fare miracoli anche per i cani più bisognosi.